Culto della Madre Terra

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In un tempo remoto, pur di difendere il Regno della Primavera, gli Elfi abbandonarono l'ancestrale alleanza con gli Spiriti di Tutte le Cose e si dedicarono unicamente a proteggere, ringraziare e temere ciò che avevano di più caro: la terra. Poco si sa del modo in cui gli antichi celebrassero i loro riti, poiché nei mille inverni successivi alla caduta essi si mostrarono sempre più riluttanti a rivelare le usanze dei tempi perduti, fino a chiudersi in un silenzio incomprensibile per i mortali. Tuttavia nel principato delle acque il Culto della Madre Terra sopravvive, tramandato, modificato e arricchito nel corso dei secoli dai Pitti e ingentilito successivamente dall'influenza degli Eredi.

La Terra, per i Neenuvaren, è principio e fine di ogni cosa, una Madre dai molteplici aspetti, dolce e caritatevole ma anche dura e spietata. Le preghiere e i rituali a lei dedicati seguono tre aspetti, diversi ma complementari, che si alternano lungo il ciclo delle stagioni.

Al principio, la Terra deve essere placata, e i fedeli mostrarsi degni di ararne i campi o raccoglierne i frutti, di calpestarne i sentieri e tramandarla alla discendenza. I Druidi ricor-dano spesso, durante cerimonie e preghiere simboliche, l'antico sacrificio degli Elfi che, per preservare Tuilenor e farne dono ai mortali, si avvicinarono alla dannazione. A volte i canti narrano invece delle innumerevoli battaglie combattute lungo i confini di Neenuvar durante i secoli bui. Solo il sangue, versato per conquistare la Terra, oppure in sua difesa contro invasori e bestie feroci, può sancire il diritto di godere dei suoi frutti.

Quando essa è ormai domata e da ostile nemica prende i nomi di Madre e di casa, è compito dei suoi seguaci accudirla e proteggerla. Si intonano quindi cori per chiamare la pioggia, che a volte distratta si dimentica dei suoi doveri, o per scacciare le fiere selvagge, costante minaccia per gli armenti.

Ma la Terra, a volte, deve essere nutrita e aiutata. Priva dei roghi nelle sacre notti d'inverno, la primavera potrebbe smarrire la sua strada e non giungere più, se tacessero i canti sotto al sole dell'estate le messi non crescerebbero rigogliose. Senza sacrifici di sangue, la carestia non avrebbe fine.

Riti

Le cerimonie a Neenuvar sono momenti di raccoglimento collettivo, in cui i Druidi amministrano e perpetuano gli antichi segreti della Terra. Seguendo l'alternarsi di luna e stagioni, i rituali si dipanano in un ciclo di crescita, morte e rinascita. Durante l'inverno vengono seppelliti nei campi piccoli idoli che verranno poi riesumati a primavera, solstizi ed equinozi sono salutati con cerimonie di fertilità durante i mesi caldi, mentre rappresentano il momento per i sacrifici quando le nevi avvolgono le campagne con il loro silenzio e le notti vengono rischiarate da roghi di effigi. Il sangue rappresenta un elemento centrale per il Culto, visto come l'unico elemento capace di unire tutti gli esseri viventi al respiro del tutto, simbolo di vita e più prezioso tra i doni. Nel corso delle generazioni lo spirito di queste cerimonie, in origine praticate dai Pitti, si è fatto meno selvaggio e, soprattutto presso gli Eredi, esse vengono svolte in maniera simbolica. Tuttavia, nelle foreste, il popolo dipinto difende orgogliosamente le antiche tradizioni, seguito dai più ferventi tra i figli degli Elfi, che nel ricalcare le vie di un tempo vedono un modo per affermare la propria identità. Secondo alcuni sussurri, tra gli schivi Della Selva, a volte si compirebbero ancora sacrifici umani, forse di quei Druidi che, con l’approssimarsi della fine, scelgono di essere immolati dal proprio allievo per glorificare il ciclo della vita.

Druidi

Custodi dei segreti legati alla Terra, i Druidi di Neenuvar proteggono fieramente il loro sapere, tramandandolo di generazione in generazione ai pochi discepoli che si sono mostrati degni di essere iniziati agli antichi misteri. Si dice che i migliori tra questi accoliti vengano accettati dagli altri Druidi e avviati lungo il cammino della terra durante una cerimonia segreta che si celebra una sola volta all’anno. Per questo motivo tra loro vi è un grande rispetto per la gerarchia e nessun allievo si azzarda a contraddire il suo maestro.

Grandi conoscitori di erbe ed esperti guaritori, i Druidi si trovano spesso ad errare lungo le strade del principato, per celebrare i sacri riti e portare con le loro arti sollievo e conforto ovunque ve ne sia bisogno. Ma i sacerdoti della madre terra portano anche la memoria di Neenuvar e con racconti e ammonimenti fanno si che i figli degli Elfi e i Pitti non dimentichino mai il proprio l'orgoglio e le antiche tradizioni. Molto spesso sono gli Eredi delle città a farsi carico di questo compito e non è raro che essi ricoprano la posizione di saggi e sapienti consiglieri.